Accrescere la resilienza delle comunità a monte del lago d’Iseo e la loro capacità di affrontare i fattori di rischio ambientali e sociali del territorio legati alla perdita dei terrazzamenti, all’abbandono della terra ed insieme restituire il ruolo culturale ed economico storicamente ricoperto dalla coltivazione dell’ulivo. Sono gli obiettivi del progetto PONS TERRANEUS promosso dalla Cooperativa Il Piccolo Sentiero in qualità di capofila, in partenariato con Legambiente Lombardia e i Comuni di Lovere e Castro, reso possibile grazie al finanziamento di Fondazione Cariplo.
Il progetto, che è stato presentato presso la Sala Consiliare del Comune di Lovere questa mattina alla presenza del presidente della Cooperativa Il Piccolo Sentiero Don Cesare Insonni, il vicepresidente di Legambiente Lombardia Marzio Marzorati, il Sindaco di Lovere Giovanni Guizzetti, ha una durata di due anni e un costo complessivo di 171.689 euro, dei quali 102.900 finanziati da Fondazione Cariplo.
Il progetto interessa i comuni di Castro e Lovere, un territorio ricco di tradizioni agrosilvopastorali che ne hanno caratterizzato non solo la storia paesaggistica, ma anche economica. Si tratta, però, di un’area soggetta ad un processo di costante degrado dei terrazzamenti e di conseguenza al rischio idrogeologico, dovuto all’abbandono delle pratiche agricole. Alcune famiglie di Castro e Lovere, la cooperativa Il Piccolo Sentiero e Legambiente hanno attivato recentemente il recupero di alcuni terrazzamenti favorendo il ritorno dell’antica coltivazione dell’olivo e iniziando un percorso di ricucitura del legame della comunità con la propria terra. Dall’esperienza di questo piccolo nucleo resiliente, oggi le comunità locali sono pronte per diffondere e riprodurre altre azioni di cura e di valorizzazione.
«Il progetto è una grande occasione per la cooperativa “Il Piccolo Sentiero” per sviluppare l’impegno di recupero all’agricoltura e in specie all’olivocoltura di parti del nostro territorio – spiega il presidente della Cooperativa il Piccolo Sentiero Don Cesare Insonni, in qualità di capofila del progetto Pons Terraneus – Dopo aver recuperato, due anni fa, in località “Davine”, un terreno di proprietà del comune, ed avervi piantato 300 ulivi, nel 2017 abbiamo curato 40 ulivi in località Tinazzo con Legambiente di Castro. L’occasione propostaci da Legambiente Lombardia di ampliare in nostro progetto e recuperare altri terreni una volta coltivati è stata per noi anche un’occasione di risposta a problemi occupazionali della nostra cooperativa. Il lavoro di recupero di territorio e di messa in sicurezza di terreni “a terrazzo” infatti ci permette di lavorare anche nel periodo invernale. Il nostro grazie va alla Fondazione Cariplo, che con il contributo ci permette di sviluppare con maggiore celerità il progetto degli ulivi; a Legambiente che con noi è partner, per l’idea offertaci; ai comuni di Lovere e Castro, per la loro preziosa collaborazione e per ora al privato Pier Giacomo Vender per averci concesso il terreno per 15 anni, dove opereremo da subito. Ricordo inoltre che varie associazioni locali e non hanno firmato il loro sostegno ideale, che diventerà partecipazione attiva al progetto. Ci è gradita l’occasione per invitare altri proprietari a cedere temporaneamente il proprio terreno da recuperarlo alla vita agricola. Questa azione di resilienza favorita dalla Cariplo permetterà interventi comunitari anche si messa in sicurezza idraulica e di miglioramento del nostro paesaggio».
I comuni all’interno del progetto conducono un attento lavoro di monitoraggio di tutti i terrazzamenti presenti su territorio, al fine di produrne una valutazione sia delle opportunità strategiche per il territorio, sia dei rischi ambientali e sociali connessi all’abbandono di queste zone. Il progetto PONS TERRANEUS si propone di contenere la perdita di terreno fertile causata dell’avanzare di un bosco incolto e il degrado dei suoli in particolare della Gola del Tinazzo, operando una sistematica manutenzione delle aree coinvolte. Un risultato ottenibile, però, solo attraverso il coinvolgimento diretto delle comunità locali, migliorandone innanzitutto le competenze e gli strumenti operativi e offrendo loro nuove opportunità economiche e sociali, in particolare ai soggetti più sensibili, attraverso il recupero delle antiche pratiche agronomiche e la coltura dell’ulivo, che saranno avviate in 3 ettari di terreni pubblici e privati.
Attraverso la condivisione dei terreni e delle esperienze, dunque, si possono sperimentare processi di rigenerazione garantendo comunque la continuità delle tradizioni, della memoria storica e della cultura locale. La positiva sinergia tra enti pubblici, associazioni, cooperative, imprese e famiglie, grazie ad attività di monitoraggio partecipato, dimostra essere un elemento determinante per consolidare la resilienza delle comunità di Lovere e Castro.
Comunicato stampa emesso dall'Ufficio stampa Legambiente Lombardia in data 01.02.2018
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